Alone in the Dark è un gioco che vi farà accapponare la pelle. La storia e l'ambientazione sono ispirati alle opere di H.P. Lovecraft. A dire la verità non sono mai riuscito a finirlo, mi spaventava a morte. Non avevo abbastanza nervi per giocarci. Adesso sembra sciocco, ma provate a chiudervi in una stanza buia, alzate il volume e capirete di che parlo.
L'introduzione permette di entrare perfettamente nell'atmosfera, che si sviluppa sempre più durante il gioco. La storia è ambientata in una casa stregata. Lì è morto (probabilmente per suicidio) un certo Jeremy Hartwood, ed il vostro compito è scoprire cosa è successo veramente. Dovrete scegliere il personaggio da controllare tra due possibilità: Emily Hartwood, nipote di Jeremy, o Edward Carnby, un investigatore privato. Lo svolgimento del gioco è indipendente dalla scelta del personaggio, e le loro caratteristiche sono uguali per cui non è assolutamente importante chi dei due scegliate.
La vostra avventura inizia in un attico, dove avete ragione di credere si possa nascondere un indizio importante all'interno di un pianoforte. Questo gioco unisce elementi di avventura e altri di arcade. Subito dopo l'inizio del gioco, vari mostri inizieranno a risvegliarsi nella casa e verranno a cercarvi. A seconda della difficoltà scelta il loro numero sarà maggiore o minore, ma in ogni caso non finiranno mai. Questo significa che dovete muovervi rapidamente. Non avrete modo di fermarvi a riflettere sul da farsi. All'inizio avrete solo pugni e calci per combattere, ma in seguito troverete armi come pistole e spade. Mentre vi difendete dai mostri, dovrete completare la vostra missione - risolvere il mistero dell'assassinio.
Probabilmente state pensando che si tratta di un gioco di azione non-stop per le vostre dita e il vostro cervello. Ma l'eccellente storia e giocabilità non sono tutto. Questo è anche uno dei primi giochi con grafica tridimensionale capace di girare fluidamente anche su processori x386. Questo fu possibile grazie alla combinazione di bellissimi sfondi statici con personaggi poligonali non altrettanto definiti: un compromesso inevitabile, ma il risultato generale lasciava a bocca aperta quando il gioco fu pubblicato nel 1992. Dovete ammettere che anche solo guardando gli screenshot, viene da pensare che questo gioco richieda almeno un veloce 486. Vorrei concludere qui la recensione, ma ancora una volta la bellissima grafica non è tutto! Il sonoro del gioco è grandioso nel creare la giusta tensione e vi farà venire la pelle d'oca! Ho detto abbastanza: se non siete convinti adesso, non lo sarete mai più! Voto 5 naturalmente, e raccomandazione assoluta a provarlo.